Guida all’autoesclusione AAMS: come funziona
L’autoesclusione AAMS (o ADM, anche se nessuno la chiama così) è una di quelle funzioni che molti giocatori conoscono solo di nome, ma che quasi nessuno capisce davvero. Sembra una cosa complicata, burocratica, quasi un “cartellino rosso” dato dal sistema. In realtà è molto più semplice e molto più utile di quanto si pensi.
È un pulsante che ti permette di dire: “Per un po’ non voglio avere la tentazione di giocare online”. Niente di più. Non è una punizione, non è un giudizio morale, non è un’etichetta. È uno strumento. E come tutti gli strumenti intelligenti, serve a proteggerti quando sei tu il primo a vedere che le cose stanno andando nella direzione sbagliata.
Non serve avere un problema enorme per usarla
Una delle convinzioni più sbagliate è che l’autoesclusione vada usata solo quando la situazione è ormai grave. In realtà è l’opposto.
Nessuno si sveglia una mattina completamente fuori controllo: ci si arriva piano, con piccole abitudini, piccoli eccessi, piccole scuse. Magari stai giocando più spesso del solito senza un vero motivo. Magari ti capita di depositare di impulso, anche con importi piccoli. Magari il gioco è diventato un “tappabuchi” mentale. Sono segnali che non devono farti sentire in colpa, ma che vale la pena ascoltare.
L’autoesclusione funziona meglio proprio quando la usi prima che tutto degeneri. È un freno a mano tirato per tempo, non un’ambulanza in corsa.
Le due modalità: pausa o reset completo
L’autoesclusione offre due percorsi, molto diversi tra loro, ognuno pensato per un tipo di esigenza differente.
La prima è l’autoesclusione temporanea, che può durare uno, tre o sei mesi. È perfetta quando senti che ti serve una pausa per “resettare” la testa, rimettere ordine, cambiare routine. Una volta scelta la durata, non puoi tornare indietro prima del tempo, quindi bisogna pensarci un minimo.
La seconda è l’autoesclusione permanente, che non significa “fine per sempre”, ma che devi aspettare almeno sei mesi prima di chiedere la revoca. È una scelta più drastica, ma anche più liberatoria: ti dà un vero stop totale, senza tentazioni. In entrambi i casi, non è una dichiarazione di fallimento, ma una scelta adulta.
Come si attiva, passo dopo passo
Attivare l’autoesclusione è molto più semplice di quanto sembri. Puoi farlo in due modi:
- Direttamente dal casinò ADM in cui sei registrato. Entri nel tuo profilo, vai nella sezione dedicata al gioco responsabile e scegli la durata. Confermi e sei fuori da TUTTI i portali autorizzati in Italia, non solo da quello in cui l’hai attivata.
- Dal sito ufficiale ADM, usando SPID, CIE o CNS. Vale anche se non hai un account su nessun casinò. Niente raccomandate, niente attese infinite: è immediata.
Appena la confermi, il sistema ti chiude l’accesso ovunque. Nessun operatore può sbloccare l’autoesclusione, neanche se tu glielo chiedi. Non dipende da loro.
Cosa succede nei giorni successivi
I primi giorni fanno un effetto strano, inutile negarlo. Chi era abituato a giocare spesso si ritrova improvvisamente con un “vuoto” nell’abitudine quotidiana. Qualcuno si sente sollevato, qualcuno irritato, qualcuno quasi come se gli mancasse qualcosa tra le mani. È normalissimo. È l’effetto di qualsiasi cambiamento brusco, specialmente se il gioco era diventato un modo per riempire gli spazi della giornata.
Però, dopo questo piccolo urto iniziale, succede quasi sempre lo stesso fenomeno: la sensazione di respirare meglio. Di non avere più quella pressione costante e di dover combattere contro l’impulso a giocare.
L’illusione dei casinò non ADM
A questo punto arriva la tentazione più comune: “I siti ADM non posso usarli, ma potrei iscrivermi su un casino estero”. Tecnicamente sì, perché l’autoesclusione non vale sui siti non autorizzati in Italia. Ma se la domanda arriva è già un segnale che l’autoesclusione aveva un motivo preciso. Aggirarla è come mettere la cintura e poi sedersi comunque sul cofano della macchina: inutile.
I siti non ADM spesso non hanno limiti, controlli, verifiche, tutele. Se già stai cercando una pausa, sono l’ultima cosa che ti serve. L’autoesclusione funziona solo se la rispetti.
Come sfruttare al meglio il periodo di stop
L’autoesclusione, oltre a bloccare il gioco, serve anche a fare spazio. Parliamo di spazio mentale, ma anche di spazio pratico, giusto per riempire la giornata in modo diverso.
Per alcune persone è l’occasione per riprendere hobby accantonati. Per altre significa ritrovare routine più sane. Per altre ancora è un ottimo momento per capire cosa stava realmente spingendo verso il gioco: noia? Stress? Solitudine?
Non serve fare grandi rivoluzioni: basta anche solo ascoltarsi un po’ di più. L’equilibrio non tornerà in un giorno, ma tornerà.
Revocare l’autoesclusione senza rischiare di ricadere negli stessi schemi
Se hai scelto la modalità permanente, dopo sei mesi puoi chiedere la revoca. Sembra una formalità, ma non dovrebbe esserlo. Prima di cliccare “riattiva”, la domanda migliore da farsi è: “Sto tornando perché ho ritrovato controllo e serenità, o perché mi manca l’adrenalina?”. Se è la prima, bene. Se è la seconda, meglio aspettare: non c’è fretta. Il gioco deve tornare a essere un’opzione, non un impulso.
Perché parliamo di autoesclusione senza giudicare
Parliamo di autoesclusione con rispetto perché sappiamo com’è facile scivolare nel gioco più di quanto si vorrebbe. Abbiamo visto persone intelligenti, mature, solidissime avere momenti difficili. Abbiamo anche visto quanto una pausa forzata possa essere un salvagente, e non una vergogna. L’autoesclusione non definisce chi sei, ma è solo una decisione intelligente presa nel momento giusto.