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Passeggiare tra i vicoli seguendo profumi di pane appena sfornato, fermarsi in un mercato e lasciarsi avvolgere dagli aromi dei frutti della campagna. E poi farsi tentare da un dolce in vetrina o sorseggiare un vino tra la gente che passa. Le città del Circuito offrono l'occasione per apprezzare un susseguirsi di prelibatezze, nel cuore della storia, nelle piazze più frequentate così come in angoli nascosti.
Prodotti DOP, IGP, STG. Sigle forse difficili ma che proteggono le bontà della Pianura Padana. Queste leccornie sono spesso al centro di appassionanti itinerari gastronomici.

Iniziando dal Piemonte, a Vercelli la novità è la Strada del riso vercellese di qualità, inaugurata a fine 2013. Ad essa hanno già aderito circa 140 soggetti, tra cui 30 aziende risicole, 26 ristoranti e altre strutture recettive, 39 comuni, 36 enti e associazioni. Non c'è da stupirsi: la città e la sua provincia si identificano con il riso. Qui sono 70 mila gli ettari dedicati alla risicoltura, con una produzione che rappresenta il 60% di quella piemontese e il 30% dell'italiana.

Anche Bergamo vanta un primato: quello della produzione di formaggi Dop, al primo posto in Italia. Si calcola che siano circa 150 gli alpeggi ancora attivi nelle valli, a cui si aggiungono gli allevamenti di capre e il crescente favore che incontrano i gustosi caprini. Il formaggio più famoso è il taleggio, che si produce nell'omonima valle. Dal recente Ecomuseo Valtaleggio parte un itinerario gastronomico dedicato al taleggio e allo strachitunt, formaggio tondo quasi del tutto dimenticato e prodotto da un solo casaro, ma che ora sta vivendo un momento di vera popolarità.

È in provincia di Brescia la "Strada dei vini e sapori del Garda", che si snoda lungo la riviera di uno dei più bei laghi italiani. Da Limone arriva a Peschiera, tra le colline dell'entroterra e le coste del lago. Nata nel 2001, sfoggia prodotti tipici tra cui l'olio d'oliva DOP, il pesce (alborelle, coregoni e anguille), latticini, sia freschi che stagionati, come il Grana Padano e il provolone, salumi, come la soppressata e il salame con il filetto.

Per i due prodotti più significativi di Monza, la patata del piccolo centro di Oreno, frazione di Vimercate, e l'asparago rosa di Mezzago non c'è una strada ma sono contrassegnati dal marchio di qualità "made in Brianza". A Orego si organizza, già dagli anni Sessanta del Novecento, la Sagra della Patata, mentre la Sagra dell'Asparago si tiene a maggio.

A Cremona è stata invece istituita una Strada del gusto cremonese nella terra di Stradivari. Intitolata al grande liutaio, è un interessante giacimento gastronomico: all'appello ha il grana padano, il provolone valpadana, il salva cremasco, il formaggio caprino, il salame cremona, il cotechino, lo zampone, le radici bianche di Soncino, il miele, la mostarda di Cremona, il torrone morbido e duro, la torta bertolina, la spongarda di Crema, il bussolano di Soresina, nonché i graffioni di Cioccolato. Per celebrarne la ricchezza, si organizzano molte manifestazioni: a Cremona e provincia, "Caseifici Aperti", la "Rassegna Gastronomica" e la "Giornata delle carni", a Crema la "Tortellata Cremasca", a Soncino la "Sagra delle radici d'autunno", a Casalmaggiore la "Festa del Cotechino", la a Pizzighettone "Festa dei fagiolini con le cotiche", a Crema la "Giornata del Salva" e l'immancabile "Festa del Torrone" a Cremona.

Nel territorio di Lodi spicca la Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani, tracciato di circa 60 chilometri che nasce a Milano e si snoda nella pianura padana attorno alla città di Lodi, fino a lambire le province di Cremona e Piacenza. Caratterizzata dall'agricoltura e dall'allevamento, l'area produce carni, i tipici salumi, formaggi unici, sia morbidi che stagionati. Fiore all'occhiello della zona l'unico laboratorio DOC di ceramica della Lombardia, il Laboratorio di Ceramica Artistica Lodigiana "Vecchia Lodi". Apprezzati anche gli orafi di Graffignana ed il ferro battuto di Sant'Angelo Lodigiano.

In provincia di Pavia è la Strada dei vini e dei sapori dell'Oltrepò pavese l'itinerario più interessante. Tocca un territorio che comprende 78 comuni e si estende per 1.089 kmq. È una sorta di triangolo, con il lato maggiore lungo la riva destra del Po e il vertice tra le province di Alessandria e Piacenza, incuneato fino all'Appennino ligure emiliano. Tra i suoi prodotti, spicca il Salame di Varzi, protetto dalla Dop e tipico della Valle Staffora. Percorrendo la strada si attraversano luoghi di raro incanto, con sentieri naturalistici, ville ottocentesche, pievi e castelli.

Nel panorama enogastronomico di Piacenza si fa notare la Strada del Po e dei Sapori della bassa Piacentina, percorso di circa 80 chilometri che si sviluppa in modo circolare tra i paesi a ridosso degli ampi meandri del Po. Qui si incontrano ben 5 prodotti Dop, il salame, la coppa, la pancetta, il grana padano e il provolone valpadana, un prodotto in attesa dell'Igt, l'aglio bianco, e 15 prodotti tradizionali.

A Parma, le strade del gusto sono ben due: la Strada del Culatello di Zibello, che si snoda per circa 90 chilometri nella porzione della provincia di Parma, racchiusa tra la Via Emilia ed il Po, chiamata "la Bassa", fatta di nebbie e suggestioni e intessuta di arte e di storia, e la Strada del Fungo Porcino di Borgotaro, inserita nello scenario naturale dell'Appennino Parmense.

Anche Reggio Emilia vanta due strade. La Strada dei Vini e dei Sapori delle Corti Reggiane si snoda per circa 300 chilometri nelle terre di pianura, la Bassa, dove sono forti le suggestioni legate alle antiche signorie e tante le leccornie, dal parmigiano reggiano ai cappelletti, dai tortelli di zucca ai tipici dolci reggiani. La Strada dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa si sviluppa invece per oltre 200 chilometri tra l'alta pianura e le colline a sud della Via Emilia, fino ai primi rilievi appenninici della provincia. Oltre agli splendidi Castelli di Matilde, i borghi storici, le case-torre e le antiche pievi, è lo scrigno del parmigiano reggiano, dell'aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia e di nomi meno conosciuti, come la culaccia di Canossa.

Scendendo a Modena, si incontrano la Strada dei Vini e dei Sapori della Pianura Modenese e la Strada dei Vini e dei Sapori "Città Castelli Ciliegi". La prima si snoda nelle terre basse della provincia , solcate dai fiumi Secchia e Panaro, con importanti prelibatezze gastronomiche, come l'aceto balsamico tradizionale di Modena e il parmigiano reggiano. La seconda si estende per oltre duecentocinquanta chilometri nel territorio collinare a sud della Via Emilia, tra Bologna e Modena, su colline punteggiate di rocche e castelli, la valle modenese del Panaro e quella bolognese del Samoggia. Sono i luoghi degli immancabili parmigiano reggiano e dell'aceto balsamico tradizionale di Modena, ma pure della mortadella di Bologna, del tartufo bianco della collina e delle castagne dell'Appennino, dei famosi tortellini e della torta Barozzi.

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