header piatti tipici

Un menù ricco di sapori sorprendenti, dagli antipasti ai dolci, autentiche eccellenze della cucina italiana, piatti slow food o prelibatezze da gustare passeggiando. Ogni città d'arte del Circuito sa offrire il meglio della propria tradizione, anche in cucina e a tavola. Dai tipici casonsèi con burro fuso e salvia ai tortellini in brodo, dal bollito misto alla torta alle nocciole, alla crema al mascarpone.  Per scoprirle e ricordarle basta davvero solo un assaggio.

È ricca e multiforme la cucina della Pianura Padana. Iniziando dalla specialità di Vercelli, la Panissa. Si pensa che il nome venga da panìo, varietà povera di miglio con cui veniva cucinato il piatto prima della diffusione del riso. Oggi, il riso è condito da lardo, salame sottograsso (il salame d'la duja, dal recipiente in terracotta usato per la conservazione), fagioli freschi, barbera e parmigiano. Una ricetta contadina, come i bicciolani, biscotti fatti con burro, farina, zucchero e spezie. Più elegante è invece il dolce con cui si finiscono i pranzi importanti: la tartufata. Qui gli strati di pan di Spagna si alternano a panna e crema chantilly, con i lati ricoperti di nocciole pestate e la superfice ricoperta da un soffice e gustoso strato di foglie di cioccolato.

Anche i Casoncelli, l'emblema della cucina di Bergamo, hanno un'origine povera. Nati come piatto per utilizzare gli avanzi delle carni suine e bovine, si arricchirono con il passare degli anni. Già nell'Ottocento si aggiunsero amaretti, uva sultanina e scorza di limone. Ampio e variegato, il territorio di Brescia regala ricette che attingono a ingredienti diversissimi: la tinca ripiena, il manzo all'olio, la cacciagione e gli immancabili "Casonsèi", grossi ravioli con un ripieno a base di uova, formaggio, spinaci o carne. I cibi dell'area di Monza sono derivati da piatti poveri in cui i tagli di carne erano i più economici e servivano per insaporire la verza, elemento basilare dell'alimentazione contadina lombarda. Una tradizione ancora oggi mantenuta nella Cassoeula, il più rappresentativo dei piatti. Si scelgono infatti le parti meno nobili del maiale (cotenna, piedini, testa, costine) per renderla ancora più gustosa. Così, per la Busecca: la trippa, lo stomaco di bovino, viene cucinata insieme ad alcune verdure quali sedano, carota, pomodoro e fagioli.

Nella cucina di Cremona, saporita ma semplice, gli elementi principali, carni bovine e suine, pollame, uova, pesce di fiume, sono arricchiti da salse e contorni molto curati. Ecco che il bollito misto, che richiede l'utilizzo di tre diverse qualità di carne, il manzo, la testina di vitello e la gallina, accompagnati dalla lingua, è servito dall'immancabile mostarda di frutta, caratteristica cremonese. O i Marubini ai tre brodi, cotechini in camicia, capponi ripieni, trippa, salami agliati, frittate, sono sempre accompagnati da verdure di ogni genere, coltivate nell'orto o cresciute spontanee nei campi.

Anche a Lodi sopravvivono ricette antiche. Come la Tortionata, torta di mandorle la cui ricetta fu codificata nel 1885 dal pasticcere lodigiano Alessandro Tacchinardi ma che probabilmente risale al tardo medioevo, la Turta de Casal, la Torta di Casale, la cui origine si perde nella notte dei tempi come dolce fatto in casa, la cotognata, marmellata in cubetti ricoperti di zucchero, che agli inizi del secolo era cotta in ampi paioli di rame, o gli amaretti di Sant'Angelo Lodigiano, già premiati nell'Ottocento.

Le ricette della cucina di Pavia sono strettamente legate ai prodotti e alla storia del suo territorio. Come la Zuppa alla pavese, di origine rinascimentale, fatta da uova, grana, pane e brodo, i pochi ingredienti lasciati dalla guerra tra francesi e spagnoli. Decisamente più ricchi i Ravioli al brasato, pasta ripiena di carne stufata, condita con lo stesso stufato usato per il ripieno, il Risotto alla Certosina con pesce e gamberi di fiume o il Pane di San Siro, torta di pan di Spagna al cacao, inzuppata di rum, farcita con crema di burro alla nocciola e ricoperta da una glassa di zucchero al cacao.

Passando in Emilia, a Piacenza, i piatti tipici mantengono la dizione dialettale. I "pisarei e fasò", inventati dalla cucina povera per utilizzare il pane raffermo, sono gnocchetti serviti con un particolare sugo di fagioli (sette fagioli per un gnocchetto). E fra i secondi, la "picula ad caval", porzione (picula) di carne trita di cavallo con pomodori, cipolla e peperoni. Ad essi si aggiungono i classici anolini, piccoli cappelletti in brodo di stracotto, e Tortelli con la coda, a forma di caramella e ripieni di erbette e ricotta.

Sulle tavole di Parma immancabili sono i cappelletti o anolini, pasta fresca ripiena di stracotto e cotta in brodo, lo stracotto di carne, usato specialmente per il ripieno degli anolini, la trippa alla parmigiana, condita con abbondante Parmigiano-Reggiano, la bomba di riso con ripieno di piccioni o salsiccia. Si finisce con la pasticceria, che offre torte di riso, cioccolato e mandorle, ciambelle e budini, ma soprattutto celebri sono le scarpette di Sant'Ilario, dolci di pasta frolla a forma di scarpa ricoperti da glassa o perline e consumati per la festa del patrono della città, il 13 gennaio.

A Reggio Emilia primeggia l'Erbazzone, torta salata ripiena di bietole lesse che in dialetto si chiama scarpasòun perché nella sua forma più povera si usava anche il fusto bianco, cioè la scarpa, della bietola. Altrettanto tipici sono i Tortelli verdi, pasta ripiena di un impasto, il pesto, composto da spinaci o bietole verdi (anche insieme) con aromi, formaggio e ricotta. La preparazione classica impone che i tortelli siano conditi con burro posto su ogni strato e per ultimo parmigiano-reggiano stravecchio. E ancora, cappelletti in brodo di carne, tortelli di zucca, torta di riso, tortellini fritti e al forno...

A Modena è la crescentina, o tigella, la protagonista delle ricette. È una piccola focaccia a base di farina, acqua e sale, che accompagna i piatti di formaggi e salumi. Tra questi si impongono lo zampone e il cotechino, insaccati tipici modenesi realizzati con cotenna e carne suina tritata, salata e speziata, mentre tra i dolci, sono gli amaretti, pasticcini che hanno conservato la genuinità e fragranza delle "cose fatte in casa".

Tweet

Seguici su

logo-g 50X50

Resta aggiornato!

Iscriviti

Scegli la newsletter che vuoi ricevere per restare aggiornato sulle città d'arte della pianura padana.
Privacy e Termini di Utilizzo

Città alla carta

caldana